Elettromiografia sfinteriale
L'elettromiografia (EMG) è la tecnica diagnostica più affidabile per lo studio della funzione della muscolatura sfinteriale uretrale e anale. Lo sfintere è il muscolo che partecipa alla continenza. Lo studio elettromiografico dell'apparato sfinterico ha come obbiettivo la valutazione dell'attività elettrica di questi muscoli e lo studio delle latenze di conduzione nervosa sia motoria che sensoriale.
Come avviene l'esame
Per l'esecuzione di questo esame si usa un ago (bipolare) che permette di registrare, dopo amplificazione, l'attività elettrica (i potenziali) raccolti nell'ambito dello sfintere anale esterno e del muscolo puborettale. Per l'esecuzione di questo esame il paziente viene posizionato in decubito laterale con le cosce flesse a 90°.
Al paziente deve essere spiegato a cosa serve l'esame e come si svolge ogni passaggio della sua esecuzione. Deve anche essere invitato a seguire l'attività elettrica sullo schermo dell'apparecchio.
Si introduce quindi un ago-elettrodo attraverso la cute lateralmente all'ano da ambo i lati o a raggiera (a seconda del tipo di studio che si vuole svolgere), e in corrispondenza del muscolo puborettale (dietro all'ano). L'ago è collegato tramite un filo ad una complessa apparecchiatura che registra l'attività elettrica esistente in quell'area in varie situazioni (riposo, contrazione...). E' indispensabile che il paziente presenti un buon rilassamento, condizione che si ottiene dopo qualche secondo dall'introduzione dell'ago.
Durante l'esame si procede alla valutazione di:
- reazione all'ispezione ed esplorazione digitale dell'ano;
- attività di contrazione volontaria (lieve e massima);
- attività muscolare riflessa (al colpo di tosse, stimolazione cutanea, spinta per l'evacuazione);
- attività muscolare evocata (velocità di conduzione, latenza distale, risposta motoria);
Quando di fa una elettromiografia sfinteriale
Le indicazioni alla elettromiografia sfinteriale sono molteplici.
E' un esame che può essere utile al neurologo, al colo-proctologo, al fisiatra, all'urologo, al ginecologo, al chirurgo generale. Consente infatti di distinguere una paralisi sfinteriale di tipo centrale (da traumatica o da sclerosi multipla ad esempio) da una periferica (da sindrome della cauda equina, lesioni del plesso sacrale, o pudendo o neuropatia).
Contribuisce alla diagnosi di incontinenza, ritenzione o stipsi. Aiuta nella diagnosi di agenesia (mancata formazione congenita) della muscolatura sfinteriale e permette la corretta programmazione del trattamento chirurgico in caso di imperforazione anale anale. Può anche stabilire l'estensione e la gravità della lesione della muscolatura sfinteriale in seguito a lesioni chirurgiche, dopo un parto o dopo chirurgica urologica. Grazie a questo esame è anche possibile fare una corretta programmazione di tipo riabilitativo.
Entrando nello specifico...
Per chi è particolarmente interessato all'argomento, diciamo che durante la fase iniziale dell'esame si registrano una serie di potenziali d'azione (PMU = potenziali di unità motoria) che rappresentano il tracciato di base. Questo è un fatto insolito per una muscolatura striata ed è presente solo nel muscolo sfintere anale esterno.
Successivamente si invita il paziente a contrarre il muscolo con messa in evidenza di onde di iperattività dovute ad una accresciuta frequenza di contrazione delle unità motorie e a un reclutamento di nuove unità motorie. Durante la defecazione si assiste invece ad un'inibizione riflessa dell'attività motoria sfinterica. Nei pazienti che presentano incontinenza l'attività motoria sfinterica è sempre nettamente diminuita.
Alcuni autori (Snooks e altri del St. Mark's Hospital), usano l'elettromiografia a fibre isolate per mezzo di un ago bipolare di 25-30 µm di diametro. Così facendo deducono la densità delle fibre a livello del muscolo puborettale e dello sfintere esterno.
Per densità si intende il numero di fibre innervate da un assone motore. L'aumento di densità è indice di un processo di granulazione assonale in risposta ad una parziale denervazione. Si può pertanto studiare lo stato di parziale denervazione dei muscoli sfinterici nella sindrome del perineo discendente. Si completa poi l'esame con lo studio della conduzione nervosa sensitiva e motoria dopo stimolazione nervosa.
Per ottenere la stimolazione nervosa si può agire a livello spinale (L1-L2) o transrettale con cui si può misurare la latenza motoria terminale del nervo pudendo interno (PNTML) che abbiamo visto essere un esame di importanza fondamentale nello studio della patogenesi del perineo discendente.